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Intero percorso, azzurro, rosso, azzurro km 7.0 – Cartina n.6
Dislivello
In salita:
dall’inizio del n. 340: 1030 mt
dal bivio del n. 340: 227 mt
In discesa: 1030 mt
Difficoltà
facile
Tempo
A: 4.00 h A/R : 7.00 h
Altitudine massima
1109 mt
“La giornata è splendida e la quasi completa assenza del vento non mi ha fatto soffrire il freddo durante l’ascesa sul versante Nord. Amo tanto questo percorso, spero che un giorno venga chiamato: ‘ La via del professore’ “.
Dal Diario di Giovanni: Martedì 6 gennaio 2004”.
Si parte dai cancelli verdi, che delimitano il Campo Pozzi dell’Acquedotto Campano (captazione di acqua di falda, che serve i comuni della Valle del Sarno e quelli della costiera sorrentina fino a Capri), alla fine di Via Monte Taccaro nel Comune di Angri. Un breve tratto con un tornante su strada asfaltata, trecento metri, ed ecco sulla destra l’inizio vero e proprio del sentiero, una scala con gradoni di pietra locale intervallati da tratti di falsopiano e si arriva in dieci minuti sul Chianiello (205 mt).
Dal Chianiello il sentiero s’inoltra in un boschetto di castagni, sul tracciato della vecchia mulattiera, ripristinata negli anni cinquanta, dopo dieci minuti si lascia a destra il sentiero n.346 che porta al Castello di Lettere, qui siamo ad una quota di 275 mt.
Si va avanti, sempre in leggera salita, ed ecco, un antico strumento di montagna, non più in uso: la stazione di arrivo e ripartenza di una teleferica a sbalzo, localmente chiamato lo ‘nsarto’ .
Adesso il sentiero diventa più ripido, ma si cammina all’ombra dei castagni e si affondano i piedi nel lapillo vesuviano: attenzione in discesa si può scivolare!
Si supera la vena ‘Capomazzo’ e si entra nel territorio demaniale di Lettere, dalla provincia di Salerno a quella di Napoli, adesso si sale per cinque tornantini (erano sette prima degli interventi, inutili e costosi, per allargare il sentiero ai fini della prevenzione antincendio), fino alla quota di 488 mt; qui c’è un bivio: a destra si va ad Orsano di Lettere per il sentiero n.340a, a sinistra continua il n.340. Un breve tratto in falsopiano porta a riattraversare la Vena di Capomazzo e rientrare nel territorio di Angri: si possono osservare sulla destra esemplari di agrifoglio.
Dopo la Vena il sentiero sale, non più agevolmente, per tornanti, ce n’erano nove, fino alla quota di 526mt, per arrivare sulla ‘Ballatora’. Dalla ‘Ballatora’ si riprende a salire, dopo circa duecento metri si svolta a sinistra e rapidamente e ripidamente si arriva ad un bivio (553 mt). A sinistra si va alla ‘Casa Rossa’ e a Corbara per il sentiero n.324a, per il Cerreto si va dritto e si prosegue fino ad un bivio, dove si prende a sinistra, per la cosiddetta ‘tagliata dei cavalli’: è questo, un recente sentiero ricavato sulle pendici acclive per consentire il passaggio dei ‘viaggiatori a cavallo’.
Questo tratto presenta qualche difficoltà, ma in breve si arriva sulla vecchia mulattiera (724 mt) che da Lettere porta a Corbara. La valle del Sarno è ai nostri piedi, il Vesuvio di fronte con i monti di Sarno e i Picentini a destra con il Pizzo San Michele, il Terminio e Montevergine.
Si prende a destra, mentre a sinistra la mulattiera porta alla Grotta di S. Maria della Speranza per il sentiero n.340b, dopo poco si abbandona la mulattiera e si gira a sinistra; il sentiero, che è diventato ripido, tra aceri e castagni, in breve incrocia lo stradone che arriva da Orsano.
Siamo tra i cosiddetti ‘Canali di Lettere’, si va a sinistra e dopo circa duecento metri, si prende il sentiero a destra, mentre lo stradone continua fino alla sella del Mandrone e poi al sentiero n.340c.
Si va, quindi, per lo stradone, fino alla Sella del Mandrone, 901 mt, sempre nel folto di un bosco. Più avanti, sempre seguendo lo stradone, si gira a destra e s’imbocca il sentiero del Professore, n.340c.
Oggi non è più un sentiero, oggi è una comoda strada di montagna, voluta dai boscaioli per render più agevole il trasporto a Lettere e a valle di tronchi e legname. Quando da queste parti passava Giovanni, il Professore, era poco più di una traccia che seguiva sinuoso la conca rocciosa che chiudeva ad anfiteatro il versante nord del Cerreto appena sopra il Grottone. Passava e passa sotto la formazione di roccia gialla del Pertusillo, dove da una fessura, circondata da licheni, esce acqua; non è una sorgente perenne, ma periodica, alimentata dalla pioggia che dall’alto si insinua nelle cavità carsiche.
In meno di un’ora si arriva all’incrocio con il sentiero n. 300, l’alta via dei Lattari, che dalla Badia di Cava finisce a Punta Campanella. Per il ritorno si consiglia di tornare indietro per il percorso dell’andata, oppure se si ha tempo e si è preparati si può prendere a destra il n. 300 fino alla vetta del Cerreto; un’altra via è sempre percorrendo il n. 300, ma stavolta scendendo a sinistra per lo Scalandrone, poi la Vena di San Marco, il Colle Calavricito, la sorgente della Rugnana per arrivare in due ore sulla strada provinciale del Valico di Chiunzi.